Gli archivi del cuore…

busto argenteo nicola meroliArriva sempre nella vita di ognuno il momento in cui ci si ferma a pensare su ciò che si è e si è stati.

Il momento è uguale per tutti perché induce ad una riflessione a 360 gradi sulla propria esistenza. Eppure è un momento per ciascuno diverso, perché non necessariamente coincide con una data, una ricorrenza specifica; ma può essere originato da un evento che segna l’esistenza, magari da una perdita incolmabile, nonostante il tempo passi e gli impegni si sforzino di tener occupati altrove i pensieri.

E’ il momento in cui si diventa definitivamente grandi, a dispetto dell’età, della condizione sociale, dell’attività lavorativa che si esercita.

Ed è il momento in cui si aprono gli archivi, non soltanto in senso fisico; in cui la mente torna indietro nel tempo per cercare collegamenti, rievocare emozioni e sensazioni, girare una sorta di film della memoria, i cui attori principali sono le persone care che magari non ci sono più.

Quest’anno ho deciso di aprire il mio, di archivio; quello in cui sono riposte le sensazioni più intime, le immagini più belle di una famiglia in cui la devozione alla Madonna della Civita ha sempre avuto un posto di assoluto rilievo. Non ci sono documenti da esibire o foto da mostrare, ma soltanto e semplicemente … ricordi.

Ricordi alimentati dai racconti di mio nonno, grande invalido della prima guerra mondiale, sui suoi pellegrinaggi a piedi al Santuario, lui che aveva perso le gambe a poco più di 19 anni e che per tutta la vita sarebbe poi vissuto con delle protesi di legno.

Ricordi alimentati dai racconti dei miei genitori e dalle suggestive narrazioni di feste patronali con minori pretese, ma fortemente sentite e vissute; dalle immagini dei pellegrini che arrivavano da ogni parte del circondario per rendere omaggio alla Madonna, dormivano in chiesa e che nella calura di luglio, dopo aver consumato un piccolo pasto, riposavano poggiandosi sui muri delle case o seduti a terra nella villetta antistante Piazza Annunziata.

Ecco, quest’anno auspico che ciascuno di noi apra gli archivi del proprio cuore, quelli in cui sono riposti i ricordi più belli; che, confrontandosi con gli altri, possa esternare tutto ciò che, magari per riservatezza e pudore, ha sinora conservato gelosamente dentro di sè, per condividere le sensazioni e le emozioni legate a quell’ideale luogo dell’anima che per tutti noi è e rimane la Madonna della Civita. L’augurio è che, anche per tale via, si rafforzi e rinvigorisca il senso di apparteenza alla nostra Patrona.

Il Vice Presidente

Avv. Antonio Fargiorgio

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